PSICHIATRIA DEMOCRATICA
IL PERICOLO DELLA GUERRA: PERCHE' I GIURISTI NON POSSONO TACERE

Viviamo ore drammatiche. La guerra è sempre più vicina. Una guerra che,
lungi dal poter battere il terrorismo internazionale, produce sofferenze e
alimenta odio che costituiscono il terreno più fertile per la violenza
terroristica.

Noi crediamo che di fronte a questo dramma che apre scenari imprevedibili
non si possa far finta di nulla e tacere né come uomini e donne, né come
giuristi.

Vi sono valori universali, quale la pace, la vita, la sicurezza individuale
e collettiva che riguardano l'esistenza di tutti, che sono nostro
patrimonio e che richiedono un impegno quotidiano degli uomini di buona
volontà, al di là delle culture, religioni, idee. Il richiamo e l'appello
delle grandi autorità civili e religiose, in primis del Papa, riguarda
tutti e ciascuno di noi.

Ma la pace e la guerra sono anche terreni fondamentali dell'intervento e
della
riflessione di ogni giurista.

In Italia, perché proprio la drammatica esperienza della II Guerra Mondiale
aveva portato a scrivere quell'art. 11 della Costituzione "L'Italia ripudia
la guerra" in cui ci riconosciamo pienamente.

In Italia, perché nessuna norma nazionale o trattato ( neppure il Trattato
NATO) consente l'appoggio ad una guerra preventiva e nessuna norma impone
la concessione delle basi militari agli Stati Uniti.

A livello generale, perché nessuna norma e nessun trattato consentono una
guerra fuori dall'ambito dello Statuto dell'ONU o senza che si stia
rispondendo ad un'aggressione.

Sempre a livello generale, perché l'idea stessa di una guerra preventiva,
l'umiliazione dell'ONU, la distruzione dell'Unione Europea come soggetto
unitario ci fanno fare passi indietro di decenni in idee e progetti che
sono stati il sogno di tutti i giuristi: - far prevalere regole di diritto
recepite a livello internazionale sulla mera forza, - creare organizzazioni
internazionali, con l'abbattimento delle frontiere, - istituire Corti
internazionali per punire i crimini contro l'umanità.

E' un sogno che dobbiamo far divenire processo irreversibile e che obbliga
i giuristi sotto il profilo morale, ma ancor più per la loro stessa ragione
di essere ad una lotta per il diritto, contro la prevalenza della logica
della forza.

Sappiamo che alcuni ritengono inopportuno un intervento su questi temi
sostenendo che potrebbe portarci sul terreno scivoloso della polemica
politica. Ciò non risponde al vero: la difesa dei grandi valori e degli
stessi principi costituzionali è essenza stessa della vita di ogni uomo di
diritto, al di là di contingenti schieramenti politici. Anzi crediamo che
la lotta per il diritto, anche a livello internazionale, imponga ad ogni
giurista di non tacere , di non restare indifferenti, oggi, come di fronte
ad ogni guerra e ad ogni logica che sposi il predominio della forza al di
là delle regole.

Su questo invitiamo tutti, di qualsiasi provenienza, credo e cultura ad una
riflessione, perché la guerra di oggi può significare un radicale mutamento
della stesso quadro di collaborazione internazionale e di sicurezza
internazionale ed interna, dello stesso nostro modo di vita.

Per questo aderiamo all'invito dei Sindacati italiani ed europei di
un'immediata mobilitazione per la pace, in caso di scoppio della guerra.

Milano, 19 marzo 2003

Il Segretario nazionale di Magistratura Democratica

Claudio Castelli