“il manifesto” - 19 marzo 2008
L'informe genealogia di «Action30»
di Andrea Russo
Action30 è un gruppo di grafici,
fotografi, disegnatori, video-maker, studiosi, giornalisti e attivisti, residenti
in Italia e all’estero, il cui obiettivo è percepire le nuove forme di razzismo
e di fascismo che nascono nel cuore della libertà, della soggettività, del modo
di vivere. Il problema non è solo il fascismo storico di Hitler e Mussolini –
che ha saputo così bene mobilitare e utilizzare il desiderio delle masse – ma
anche il fascismo che orienta la nostra condotta quotidiana. Come rimuovere il
fascismo che si è incrostato nel nostro comportamento? Come fare per non
diventare fascisti anche quando (soprattutto quando) si crede di essere dei
militanti rivoluzionari? L’ipotesi di partenza è, da un lato che stiamo vivendo
una riedizione degli anni 30 del XX secolo, dall’altro che bisogna dichiarare
guerra ai micro-fascismi che costituiscono l’amara tirannia delle nostre vite
quotidiane. Di fronte a questo stato di cose non basta analizzare,
interpretare, spiegare. Bisogna fare qualcosa, agire. Per Action30 questo
significa, in primo luogo, rimettere in discussione i “format” abituali: sia a
livello della trasmissione del sapere, ibernata nelle tradizionali forme accademiche,
sia a livello della comunicazione, diluita in forme spettacolari e di puro
intrattenimento. In entrambi i casi, Action30 gioca la carta dell’“informe”. Le
sue pubblicazioni sono esperimenti di “Graphic Essays”: slittamenti imprevisti
tra immagini e scrittura saggistica, tentativi di scrivere saggi in modo
diverso, cioè non accademico, non disciplinato, non pulito. Le sue performance-dibattito,
che precedono e seguono ogni pubblicazione, sono invece degli esperimenti “antipedagogici”:
ogni volta, l’identità collettiva viene smontata attraverso un dispositivo che
intreccia le analisi storiche, filosofiche e sociologiche con i materiali
polimorfi ed eterogenei dell’attualità. Infine, il weblog di Action30 (www.action30.it/blog) è un esperimento
di lavoro redazionale che si sviluppa direttamente “in rete” e che, di
conseguenza, si trova permanentemente esposto a tutti i rigurgiti della realtà.
Il primo ciclo di Graphic Essays edito da Action30 s’intitola La croce della normalità e si sviluppa in quattro uscite, pensate come capitoli di un lavoro che, alla fine, verrà raccolto in un unico volume. Il primo capitolo – L’invasioni dei supernormali – è stato già pubblicato ed è in distribuzione nelle librerie, il secondo – Politiche del lapsus / Il ritorno degli uomini talpa – sarà presentato il 24 aprile nell’ambito di Comicon, salone internazione del Fumetto di Napoli. In questi primi due capitoli, il collettivo Action30 ha cercato di costruire una fenomenologia delle nuove icone e dei nuovi modelli di “normalità”, seguendo il declino della figura dei grandi supereroi a vantaggio dei piccoli supernormali che hanno invaso i comics, la fiction, i reality show, la vita quotidiana. La genealogia di Action30 propone due archetipi del supereroe: il sublime Icaro e l’immondo Uomo Talpa. Queste due figure alludono anche a due modalità differenti di pensare il soggetto della rivoluzione: da un lato Icaro che decolla verso il sole dell’avvenire, superaquila che vola al di sopra delle aquile imperialiste e capitaliste; dall’altro la talpa che vive sottoterra, affiora a tratti, ma non è fatta per spiccare il volo verso soli lontani. Anche il materialismo si divide in alto e basso. L’alto materialismo, il materialismo teorico, la razionalizzazione ontologica e morale dell’agitazione proletaria, invece di sperimentare la possibilità di un’alleanza politica con le creature più basse, cerca un’autorità superiore a quella che ha provocato la rivolta. In questa prospettiva, il problema è che tutte le rivendicazioni delle parti basse siano state travestite da rivendicazioni delle parte alte. Si potrebbero, invece, guardare i processi rivoluzionari dal punto di vista delle loro “radici” etiche e politiche. Basso storicismo politico, cioè genealogia, cioè storia politica degli uomini infami. Ossia come trovare, nella storia, motivi e modi per non essere innamorati del potere e, anzi, sfidarlo continuamente a duello. Ci sono solo le aquile e le talpe. Fate il vostro gioco.