APPELLO PER I DIRITTI DELLA SALUTE MENTALE

Con Franco Basaglia ed il movimento di Psichiatria Democratica, gli operatori sociali fin dagli anni Sessanta sono stati tra i protagonisti delle lotte di liberazione che hanno prodotto quell’epocale riforma psichiatrica sostanziata nella Legge 180, che ancora oggi nella Salute Mentale fa dell’Italia il paese più all’avanguardia d’Europa.

Sia nella forma della cooperazione sociale che dell’associazionismo, gli operatori sociali hanno negli anni contribuito alla costruzione di percorsi di liberazione, che hanno restituito alle persone recluse negli Ospedali Psichiatrici i diritti di cittadinanza, per secoli negati con le barbare pratiche della segregazione e di trattamenti pseudo medici (elettroshock, insulino-terapia, coma farmacologico, contenimento fisico, etc.) che negano l’umanità anche di chi li pratica, oltre che di chi li subisce.

Al fianco degli operatori sanitari del SSN, gli operatori sociali hanno negli anni condiviso con i cittadini affetti da disagio mentale progetti di inserimento al lavoro, trasformando l’indegna ergoterapia in impresa sociale.

Con essi hanno costruito progetti di vita rispettosi dei diritti di cittadinanza, utilizzando tutti gli strumenti (la casa famiglia, la comunità terapeutica, la comunità protetta, il centro diurno riabilitativo) previsti dai Progetti Obiettivo della Salute Mentale che negli anni Novanta hanno dato (finalmente!) piena attuazione alla L. 180.

In questi anni gli operatori sociali hanno creato molteplici momenti di integrazione e di socialità, che hanno restituito i cittadini con sofferenza mentale alle loro comunità di appartenenza, ed al tempo stesso hanno dato a queste la possibilità di prendere coscienza che il disagio psichico che si annida sempre più nell’esistenza umana per le condizioni spesso difficili con cui essa si sviluppa, può essere affrontato solo con un impegno collettivo per migliorare le condizioni di vita di tutti.

Oggi gli operatori sociali, le loro cooperative ed associazioni, vivono in pieno la crisi sia finanziaria che organizzativa della Sanità pubblica, che non riesce a differenziare i propri fornitori, né a cogliere l’importanza strategica che la riabilitazione psichiatrica assume con la forma della cooperazione e dell’associazionismo.

Le cooperative sociali e le associazioni, sono spesso costrette a gare al massimo ribasso, ricevono i pagamenti con mesi di ritardo, inevitabilmente sottopagano i propri lavoratori, che per poter sopravvivere non possono che dirottare nel settore profit le proprie competenze ed il proprio know how.

Sempre più spesso gli operatori sociali, oltre ad essere mortificati sul piano salariale, vedono le strutture in cui prestano servizio, per una miope politica di riduzione dei costi aziendali (che inevitabilmente si trasformano in costi umani e sociali) trasformarsi in vuoti recipienti del disagio, in cui i cittadini trovano contenimento farmacologico e pratiche custodialistiche, piuttosto che relazioni significative e legami con operatori motivati e formati con cui progettare e costruire il proprio futuro nel migliore modo possibile.

Per tutelare i propri diritti e quelli di coloro con i quali con pratiche condivise costruiscono la speranza di una vita migliore, gli operatori sociali di Psichiatria Democratica invitano le cooperative e le associazioni con cui lavorano, i comitati dei familiari, gli operatori del SSN, le forze politiche e sindacali, a mobilitarsi affinché la Salute Mentale continui ad essere una risorsa per l’intera comunità, per  il suo promuovere condizioni di vita migliori per tutti, piuttosto che luogo di mero controllo sociale e di negazione dei diritti.             

APPELLO PER I DIRITTI DELLA SALUTE MENTALE

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