PENSARE AGLI ULTIMI
PER PROGETTARE
A Napoli
purtroppo ancora una volta i caratteri democratici delle istituzioni subiscono
una fortissima compressione, ogni giorno donne e uomini vedono mortificati i
loro più elementari diritti alla vita, alla salute, al lavoro, al dissenso. Si
va sempre più imponendo una cultura che ha trasformato i diritti di tutti e di
ciascuno in favori elargiti dai potenti di turno. Ritorna nella nostra città,
ma anche in tutta la regione, quello che è stato
chiamato nel passato il “modello terremoto” le scelte più importanti per la
vita della città sono state sottratte al confronto politico e affidate a
commissari straordinari, uomini di fiducia, padrini vecchi e nuovi. Le
drammatiche vicende della gestione del ciclo dei rifiuti mettono ancor di più a
repentaglio i diritti elementari delle persone e delle comunità, hanno acuito
la tensione sociale e sancito, per via legislativa, che le persone che vivono in Campania sono
persone dimezzate meno uguali agli altri del resto d’Italia. In questo clima la
“cacciata” dei Rom con la violenza è il segno di un ulteriore imbarbarimento
della vita civile in città. I gravi problemi della nostra città, dalla
criminalità camorristica alla quotidiana invivibilità hanno motivazioni
materiali e strutturali, ma anche motivazioni morali e culturali con la
disintegrazione crescente del tessuto sociale che si manifesta nel dissolversi
delle reti di solidarietà a scapito dei più deboli, degli ultimi, cui la città
appare realtà ostile e dolorosa. La risposta non può essere quella della
chiusura, dell’esclusione e della repressione ma pensiamo che questa città può
cambiare solo con un impegno comune, partendo dai bisogni e dai diritti degli
ultimi, in cui la sicurezza sia prima di tutto sicurezza sociale. Crediamo che
sia possibile avviare un processo che per tappe sia in grado di dare contenuti
ad un progetto per la città, un progetto
che individui nella partecipazione di
movimenti, forme auto-organizzate di società civile, di quelle intellettualità,
pur non compromesse, che continuano ad assistere silenti al degrado della
città, a quella rete, che pure esiste in città, e che si prende cura del
“pubblico” e vuole in prima persona elaborare il proprio futuro. La crisi di democrazia
che ci affligge può essere superata dalla partecipazione, dal contributo di
tutti coloro che credono ancora che un’altra città sia possibile: una città in
cui centro e periferia siano uniti per uscire dal degrado e siano in grado di
elaborare proposte per una città vivibile e accogliente, una città che
consideri l’ambiente e i beni comuni
come risorsa pubblica a disposizione di
tutti e non invece terreno di rapina e di consumo rapace e selvaggio da parte
del mercato.
Napoli, 26 giugno 2008
il COMITATO PER L’ALBERGO DEI POVERI
– CANTIERI SOCIALI
PSICHIATRIA DEMOCRATICA -
RETE RIONE SANITÀ
su questi temi promuovono un
INCONTRO
PUBBLICO
3 LUGLIO
2008 ORE 17,00
NAPOLI -
PALAZZO SERRA DI CASSANO
Via
Monte di Dio, 15
e auspicano un’ampia adesione al documento e
all’incontro di gruppi, associazioni, comitati e singole persone.