Psichiatria democratica,
Magistratura democratica, Cgil Funzione pubblica e altre associazioni impegnate a Napoli sul territorio, rilanciano un invito
al sindaco Iervolino affinchè
si rinnovi l’impegno sui progetti
sociali di cui si è già, negli scorsi mesi,
vivacemente discusso.
Dalle parole ai fatti. In
particolare, Psichiatria democratica
puntualizza l’urgenza di rilanciare una strategia a favore di coloro «che non ce la fanno da soli», dei cittadini
senza fissa dimora, dei detenuti e degli
immigrati». «Sulle politiche sociali - fa sapere Emilio Lupo, segretario nazionale di Psichiatria democratica - ci
aspettavamo dalla giunta Iervolino uno
scatto corale che invece in buona parte è mancato. Ora al sindaco
rieletto proponiamo una svolta,
cominciando dagli ultimi».
Anche Magistratura democratica, con il segretario Aldo Policastro, non nasconde le sue critiche alle incertezze di cui ha finora dato prova
l’Amministrazione comunale: «Resto sconcertato - dice Policastro
- per il fatto che il rapporto sulle carceri da
noi preparato dopo aver visitato gli istituti di pena napoletani sia
rimasto chiuso nei cassetti della giunta
comunale. Attendiamo segnali, finalmente:
chiari e concreti. Altrimenti, continueremo a lavorare per i più deboli
sapendo che questa giunta è indifferente
o addirittura ostile al nostro lavoro fra i
soggetti più deboli».
Già, ma le proposte? Il pacchetto è
ampio, ricco, articolato. Da mesi una
larga fetta del mondo del volontariato organizzato si sta su tali proposte confrontando. Le attese
sono diffuse. I timori, anche. Nel campo
della salute mentale si chiede la elaborazione di progetti di formazione-lavoro per aiutare «l’effettivo
reinserimento degli utenti psichiatrici».
In tale direzione, «occorre destinare piccoli appartamenti inseriti nel tessuto urbano a gruppi che
ospitino pazienti». Perciò bisogna
formare personale di accompagnamento e di tutoraggio
«che si dedichi ad aiutare nell’uso
della casa, del quartiere, dei mezzi di trasporto, dei luoghi di incontro». L’Osservatorio chiede anche che
venga presto decisa una destinazione
alternativa di uso pubblico degli ex ospedali psichiatrici esistenti a
Napoli. E poi? Poi si chiede di creare
«uno spazio della memoria, un luogo cioè dove
collocare un Museo del grande internamento, che testimoni le migliaia di
crimini di pace perpetrati nei
manicomi». Per i senza fissa dimora, invece, il
Laboratorio per le città sociali chiede «una concreta e rapida attivazione
del gruppo di coordinamento, che ha già
una sede in via Pavia». «Questo centro -
spiega Emilio Lupo - può diventare la sede in cui si elabora e analizza
il bisogno sociale, il luogo dove si
coordinano le iniziative e si ottimizza anche
l’esistente. Un esempio? In via Pavia può insediarsi una casella postale
di cui si servano i senza fissa dimora».
Bisogna inoltre attivare in ogni quartiere «un
centro di accoglienza di piccole dimensioni e una mensa». Sulle
carceri, l’Osservatorio ricorda di aver
effettuato sopralluoghi nelle strutture
penitenziarie cittadine e di aver elaborato a tal proposito il rapporto
cui fa riferimento il segretario di Md: «In tale rapporto - ricorda Aldo Policastro
- si sollecita il coinvolgimento dei
parlamentari napoletani, della Regione e
della Provincia per trovare le risorse umane e finanziarie per
intervenire sui problemi delle carceri».
Inoltre, nel rapporto, si chiede la ristrutturazione o la chiusura dell’ospedale psichiatrico
giudiziario di via Imbriani, il potenziamento dello sportello dei detenuti,
l’avvio di una politica per la
realizzazione di case-famiglia per i detenuti stranieri, il ricorso ad esperienze di lavoro alternative alla
detenzione, la creazione di un’area verde
all’interno del carcere di Poggioreale. Al
primo posto delle richieste in materia
di carceri resta però l’istituzione del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale.
Infine, la sicurezza: l’Osservatorio
ribadisce la richiesta dell’istituzione dell’Ufficio della vittima, con
il compito di sostenere sul piano
giudiziario e materiale le persone vittime di
reati. Commenta Federica Fiocco, della Cgil
Funzione pubblica: «Le logiche di
inclusione su cui si basano le nostre proposte coincidono con quelle che
la giunta Iervolino dice di aver
adottato. Spero che ci sia presto
un’accelerazione». «L’impegno verso le politiche sociali - conclude
Emilio Lupo - rappresenta un dovere
politico collettivo, perdipiù prodromico
a tutto il resto. Perciò andrebbe posto
al centro del programma del sindaco e andrebbe
previsto un adeguato stanziamento di fondi nazionali e locali».
ENZO CIACCIO