Presentazione del Programma di Riabilitazione Psichiatrica

per il ”Supporto in Abitazione”

realizzato dall’ASL 4 di Torino con la collaborazione di:

Assessorato alle Politiche per la Casa della Città di Torino

Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Torino

Fondazione CRT

 

La casa come luogo di riabilitazione

 

Sono abitati da 13 persone, prima ospiti di comunità psichiatriche protette, alcune delle quali ad alto costo, i sei appartamenti assegnati dalla Giunta Comunale all’ASL 4, per la realizzazione del programma di riabilitazione psichiatrica per il “supporto in abitazione”.

Gli alloggi dopo l’assegnazione sono stati ristrutturati, grazie a un finanziamento di 40.000 euro erogato dalla Fondazione CRT.

Gli appartamenti fanno parte del patrimonio di edilizia pubblica sovvenzionata e l’Asl 4 corrisponderà a Comune e ATC i previsti canoni di affitto

Il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL 4 ha voluto sviluppare il programma, denominato "Programma di Riabilitazione Psichiatrica per il Supporto in Abitazione”, che si propone, all'interno di linee complessive di deistituzionalizzazione, di pervenire alla riduzione significativa della collocazione in strutture psichiatriche tradizionali o in istituti.

Il programma nasce da presupposti che si richiamano ad un valore fondamentale che per ogni cittadino risiede nella possibilità di poter abitare in un contesto che gli consenta di stabilire rapporti sociali adeguati, di mantenere rapporti stabili con la famiglia ed avere accesso a tutti i beni ed i servizi che la comunità di appartenenza offre.

Ciò risulta ancora più significativo per le persone colpite da disabilità psichiatrica.

Aiutare e sostenere una persona disabile nell’abitare una casa non solo riduce i costi sociali, ma soprattutto aumenta la capacità personale e l’autonomia di persone che un tempo finivano per tutta la vita in “manicomio” e oggi sono ancora molte le persone che vivono in istituzioni di vario genere, molte delle quali giovani e con grandi potenzialità.

 Il programma offre concretamente la possibilità di vivere in abitazioni con un supporto, fornito in modo flessibile, in quanto mirato a bisogni individuali e quindi variabili nel tempo, finalizzato all'aiuto ad abitare la casa, al recupero e al mantenimento dei diritti di cittadinanza, contestualmente agli interventi di natura strettamente psichiatrica forniti dal medico.

L’équipe, coordinata dal Dr. Luciano Sorrentino, Direttore della Psichiatria Distretto 2 della ASL 4, è composta da psicologi ed educatori della Cooperativa Sinapsi, affiancati dalla Associazione di volontariato onlus Casa Bordino.

Sono previsti interventi quotidiani programmati e una reperibilità notturna degli stessi operatori, che garantiscono copertura e continuità di intervento 7 giorni su 7, 24 ore su 24.

Tenendo conto delle preferenze espresse dagli stessi utenti, iniziative e spazi di socializzazione organizzata al di fuori della casa vengono forniti dal programma e con l'operatività prevalente delle cooperative sociali e del volontariato.

 

Un tempo la diagnosi psichiatrica definiva in modo irrevocabile il destino di ogni singolo paziente e di conseguenza la sua collocazione.

 Le esperienze più avanzate e convalidate sul piano scientifico hanno messo in discussione il criterio di valutazione diagnostico, relativamente alle capacità ed al funzionamento sociale di una persona colpita ad esempio da psicosi schizofrenica.

Oggi, secondo le scuole di riabilitazione psichiatrica più accreditate, i criteri di valutazione prescindono dalla diagnosi psichiatrica e si basano sulla disabilità che deriva dalla patologia psichiatrica.

Il trattamento psichiatrico secondo il modello di intervento della riabilitazione psichiatrica attraverso il sostegno nelle case non rivolge più l’attenzione solo alla cura del sintomo, ma lavora sul recupero delle funzioni e delle abilità consentendo al paziente di vivere in un contesto di vita normale.

La riabilitazione psichiatrica si realizza con programmi di sostegno terapeutico attraverso le case supportate, il lavoro, la promozione dell’associazionismo.

L’operatività integrata, sanitaria e sociale, connota fortemente il programma che deve essere in grado di fornire risposte di supporto, teso ad affrontare i problemi che limitano l’autonomia personale e sociale delle persone colpite da grave disabilità psichiatrica.

La metodologia di lavoro e i contenuti di un programma di Riabilitazione psichiatrica si richiamano ai principi che discendono dalla pratica e dalla ricerca dei Centri di Riabilitazione Psichiatrica del Center for Community Change International (CCCI) diretto da Paul Carling Ph.D. di Burlington (Vermont, USA) e del Center for Psychiatric Rehabilitation diretto da Wlliam Anthony Ph.D. dell’Università di Boston (USA), oltre che dalle significative esperienze attuate in Italia prima e dopo legge di riforma psichiatrica del 1978.

Si ricorda, a questo proposito, l’esperienza pilota di Gorizia condotta da Franco Basaglia nel 1961 e le esperienze di superamento ed istituzione dei servizi territoriali condotte ad Arezzo, Perugia, Trieste e Torino molto prima della legge citata.

 

 

Quali sono le necessità cui vuole rispondere Programma Casa?

 

Va premesso che l’esperienza di lavoro, a partire dall'istituzione dei Servizi Psichiatrici Territoriali, che risale al 1972, ha dimostrato quanto sia significativo, nella città di Torino come in altre aree urbane, il fenomeno della concentrazione di residenti poveri di risorse economiche e privi di legami familiari nelle zone centrali e para centrali.

Se, in linea generale, la maggioranza degli utenti dei Servizi di Salute Mentale (S.S.M) appartiene a questa popolazione emarginata socialmente, i dati comparativi sui carichi di utenza hanno sempre evidenziato che, in particolare, si concentra nell'ambito territoriale delle zone centrali e para-centrali di Torino un alto numero di persone sole e/o senza casa, già collocate in locande, residenti in abitazioni degradate o istituzionalizzate.

Per la quota di popolazione che afferisce ai servizi di salute mentale, la condizione descritta è spesso concomitante con la disabilità psichiatrica, nella sua accezione di difficoltà ad affrontare e risolvere i problemi della vita, e con la povertà.

Un'altra quota di utenti invece dispone di risorse proprie o familiari sufficienti per mantenere il funzionamento personale e sociale.

Se quest'ultima fascia di utenti può continuare ad essere assistita con gli strumenti messi ordinariamente a disposizione dai servizi di salute mentale, va sottolineato che i disabili psichici attualmente in carico ai S.S.M dell'A.S.L 4 che si trovano a rischio di perdere la casa sono un alto numero.

La significatività in senso anche quantitativo di questi dati e lo stato attuale delle conoscenze in materia di riabilitazione psichiatrica, suggeriscono la necessità di prevenire le conseguenze sociali che derivano, tra l'altro, anche dall'insufficienza della pura e semplice risposta ambulatoriale, attraverso la creazione di specifici programmi, la cui realizzazione consenta contestualmente il miglioramento della qualità della vita degli assistiti e la diminuzione e/o migliore qualificazione della spesa psichiatrica.

Indicatori principali di funzionamento di tali programmi devono essere considerati la riduzione del ricorso all’ospedalizzazione e alla istituzionalizzazione.

Il programma di riabilitazione psichiatrica proposto prevede, oltre alla disponibilità di personale che operi a sostegno dei disabili psichici, il reperimento della risorsa casa, che può essere ricercata oltre che nell'ambito dell'edilizia residenziale pubblica, nel mercato immobiliare.

L'operatività è impostata sulla promozione dell'autonomia degli utenti e sul supporto fornito da psicologi, da educatori, da infermieri, da operatori sociali e da personale volontario, nella gestione e nell’organizzazione di abitazioni stabili, non transitorie, fatto salvo il diritto di ogni abitante di optare per altre soluzioni residenziali.

Il supporto, fornito in modo flessibile, in quanto mirato a bisogni individuali e quindi variabili nel tempo, è finalizzato all'aiuto ad abitare la casa, al recupero e al mantenimento dei diritti di cittadinanza, contestualmente agli interventi di natura strettamente sanitaria forniti dal medico.

Sono previsti interventi quotidiani programmati e una reperibilità notturna degli stessi operatori, che garantiscono copertura e continuità di intervento 7 giorni su 7, 24 ore su 24.

Tenendo conto delle preferenze espresse dagli stessi utenti, iniziative e spazi di socializzazione organizzata al di fuori della casa vengono forniti dal programma con il supporto degli operatori e del volontariato.

Il reperimento di case si rende indispensabile per la realizzazione di quella componente del programma che prevede il superamento delle residenze improprie e costituisce un’opzione aggiuntiva ed in prospettiva alternativa alle strutture psichiatriche.

Le esperienze finora effettuate dai programmi di riabilitazione psichiatrica hanno dato come risultato una marcata riduzione e talora l'azzeramento delle giornate di ricovero/anno degli assistiti inseriti nei programmi, si ritiene che tale condizione sia collegata con il mantenimento della continuità delle prestazioni di supporto e delle opportunità lavorative e di socializzazione, il cui venir meno determinerebbe crisi psichiatriche e ritorno alle precedenti condizioni di degrado personale e sociale

Vanno considerati pure i risparmi indotti rispetto alla già citata notevole riduzione delle giornate di ricovero in ospedali o in case di cura private o in comunità protette private.

Il miglioramento della qualità dell'assistenza trova riscontro nella soddisfazione espressa dai pazienti e dalle loro famiglie, al di là degli indicatori tecnici psichiatrici, quali la più volte citata riduzione del recidivismo, l'aumento del controllo dei sintomi, il recupero di capacità personali e di funzionamento sociale.

Sulla base del principio generale di non ridurre il livello delle prestazioni già rivolte agli assistiti dell'area residenziale e dei SSM, ma anche sulla base della valutazione che in assenza delle stesse sarebbe necessario il ricorso a nuove istituzionalizzazioni, è interesse di ogni dipartimento di salute mentale garantire la continuità delle prestazioni.